Intervista “Il Sole 24 ore” | Panorama 2022

di Nicola Zanella
Il Sole 24 ore, 6 settembre 2022

 

 

Si è conclusa a Monopoli la seconda edizione di Panorama (1-4 settembre), la mostra diffusa ed itinerante organizzata da Italics, il consorzio di gallerie italiane che spazia dall’arte antica al contemporaneo. La parola chiave di Panorama e di Italics, è dialogo: tra le gallerie, tra artisti di epoche diverse, tra le opere e luoghi che per la prima volta diventano palcoscenici di mostre importanti. Un mantra insomma, talmente ripetuto che prima che perda di significato va, almeno po’, sviscerato. Tra i tanti dialoghi in scena a Monopoli, ne vogliamo approfondire uno, quello tra Giovanni Lanfranco, pittore del ‘600 e Sam Falls, artista americano under 40. Le opere dei due, hanno convissuto in una stanza di Palazzo Martinelli, uno dei centri gravitazionali di questa edizione di Panorama. Dialogo… Ma cosa avranno da dirsi Giovanni Lanfranco (1582-1647) e Sam Falls (1984)? Lo chiediamo ai loro galleristi, Alessandra Di Castro e Franco Noero e già che ci siamo cerchiamo di capire come gallerie di arte antica e arte contemporanea possono cooperare aiutandosi a vicenda. I galleristi scelti hanno ruoli importanti all’;interno del sistema dell’arte internazionale, la prima tra le altre cose è anche membro del Committee di selezione di Tefaf, il secondo ricopre lo stesso ruolo ad Art Basel.

Un confronto costruttivo
Di Castro e Noero, concordano su molti punti: di come una mostra come Panorama possa essere importante per attrarre nuovi pubblici e di come un consorzio come quello di Italics possa, unendo le forze, essere efficace per dar voce alle istanze di categoria davanti alle istituzioni. Entrambi si dicono entusiasti del lavoro svolto dal curatore Vincenzo de Bellis e ottimisti per l’anno che verrà.

 

 

Come è nato il dialogo tra Giovanni Lanfranco e Sam Falls?

Alessandra di Castro: La scena raccontata da Giovanni Lanfranco rappresenta un momento famosissimo dell’Orlando Furioso, raffigura l’instante in cui i due giovani, Angelica e Medoro, si baciano segnando l’inizio dell’innamoramento, dietro di loro l’Orlando impazzito di gelosia che sradica un albero. Anche noi due (galleristi), come Angelica e Medoro, rappresentiamo mondi lontani che si uniscono; il paesaggio notturno di Lanfranco si sposa benissimo con i lavori di Sam Falls, quando il contemporaneo si avvicina all’antico capendolo amandolo e rispettandolo, si crea un’affettuosità che non è una semplice giustapposizione di lavori.

Franco Noero: Questa stanza rappresenta molto bene il magnifico cortocircuito che è Italics, accostare, avvicinare mondi lontani. Un artista come Sam Falls che non arriva ai 40 anni che vive a New York, intraprende un dialogo con un maestro del ‘600 come Giovanni Lanfranco. Sam ha scelto di venire a Monopoli con molto entusiasmo e ha iniziato un confronto fruttuoso con il curatore, Vincenzo de Bellis, e di realizzare quindi questi due quadri partendo banalmente dalla stessa dimensione della tela antica. Ha poi inserito le due putrelle con la ceramica che funzionano perfettamente con questo tema.

In che modo Italics può apportare un contributo positivo e di sviluppo al sistema dell’arte in
Italia? Qual è il vostro obiettivo come parte di questo sistema?

Noero: Italics è nato in un momento cupo, durante il lockdown. Siamo stati sollecitati da Lorenzo Fiaschi e Pepi Marchetti Franchi a formare un gruppo, siamo 11 promotori con la volontà di costruire un soggetto che andasse al di là di ciò che esisteva già: mettere insieme le voci più interessanti tra le
gallerie d’arte, dall’antico al contemporaneo passando dal moderno e ciò è veramente significativo.
Panorama è uno strumento straordinario per portare persone, per attrarle in un momento in cui eravamo confinati ma c'è ancora molto da fare in questa direzione. Noi delle 60 gallerie presenti a Panorama siamo tutti convinti che si possa fare molto per attrarre pubblico, nuovi visitatori e portare
l’attenzione su delle realtà straordinarie come le gallerie Italiane. Un obiettivo già raggiunto attraverso Panorama è questa stanza: io e Alessandra di Castro stiamo collaborando, cosa che forse non sarebbe mai successa. L’Italia è divisa in molte piccole enclave, la Francia è Parigi, L’italia è fatta di mille realtà sparse nel territorio, l’idea era proprio di iniziare dal sud per realizzare la mostra Panorama in modo da puntare l’attenzione su realtà che meritano la giusta attenzione.

Di Castro: Questo è un progetto molto italiano, che all’estero ci invidiano. L’Italia è un paese fatto di epoche che si sovrappongono nei contesti pubblici, con naturalezza, era qualcosa che si era un po’ perso e che Italics ha riportato alla luce. Confrontarci, uniti, con le istituzioni instaurando un dialogo articolato e omogeneo ci ha permesso di raggiungere dei risultati importanti, penso al patrocinio del MIC e dell’UNESCO. Questi traguardi si raggiungono con l’unione, insieme si può far molto per ricordare alle istituzioni l’importanza e i bisogni del nostro settore. Questo progetto ha dato la possibilità alla comunità locale di accedere e riappropriarsi di luoghi che erano chiusi, come questo palazzo che ci ospita. Ecco la riapertura e la ristrutturazione di questo luogo in cui ci troviamo è uno
degli obiettivi raggiunti da Italics.

Cosa hanno da imparare le gallerie di contemporaneo da quelle di antico e viceversa?

Noero: Invidio molto i tempi dilatati dell’arte antica, i tempi per realizzare progetti in modo approfondito e articolato.

Di Castro: La comunicazione, la capacità dell’arte contemporanea di raggiungere con immediatezza anche un pubblico di non iniziati. Per il resto è da molto che collaboriamo affinché si migliori il quadro normativo all’interno in cui operiamo

Come vedete l’anno che sta per cominciare? Quali le sfide e le opportunitá per le gallerie dei
rispettivi settori?

Di Castro: L’anno comincia con la Biennale di Firenze, grande attesa per una manifestazione che manca dal 2019. È una mostra importantissima in Italia, sono molto positiva e c’è un forte interesse da parte dei collezionisti, ci sono molte incertezze a livello geo-politico e situazioni sistemiche negative come l’inflazione che però possono avere anche risvolti inaspettati. Il sistema non si è comunque mai fermato reagendo anche attraverso un utilizzo più ampio e sistematico delle opportunità offerte dal digitale.

Noero: Noi cominceremo la stagione delle fiere con Frieze a Londra, per poi partecipare alla prima
edizione di Art Basel a Parigi, proseguiremo quindi con Artissima. C’è molta attesa io sono ottimista
però è una macchina che deve ancora essere oliata al meglio, dopo anni in cui abbiamo cercato di diluire le mostre riprenderemo con una programmazione molto serrata come nel pre-pandemia. Sono ottimista per la nuova fiera di Parigi che è molto interessante e ne sono contento, Parigi è una piazza straordinaria, molto amata dagli americani e dove si è creata una concentrazione di gallerie dalla forza attrattiva. La Francia (pensiero condiviso da entrambi i galleristi), deve rappresentare un modello per la velocità con cui sa reagire ai cambiamenti sfruttandone le opportunità, come la Brexit; un altro esempio è la soglia di valore sulla libera circolazione dei dipinti, portata a 300.000 euro durante la pandemia per dare ossigeno ad un intero settore.

Articolo del Sole 24 Ore

Flashback Art Fair